domenica 23 marzo 2008

L'after


Nice to meet you, nice to meet you too...

La bella ungherese che girovagava nell'atrio era la ragazza del mio manager, ma come è strano il mondo...nel senso, lui è un ragazzo simpatico, ma una superfigona come quella che cazzo mai ci troverà in un pakistano puzzone??
...e la cosa più bella è che la settimana scorsa lui la stava per mollare a causa dell'intollerabile gelosia di lei nei suoi confronti...mavaccagà!

Passano le ore, il cab sarà qui a momenti, forse dovrei finire di fare la valigia, ma non importa, in fondo che cazzo di afterhour è se pensi alla valigia...

Pensavo invece alla giornata di oggi, passata interamente e degnamente al lavoro, con molta onestà e sincerità, quella tipica del metallo.
Sono arrivato con due giuste fottute ore di anticipo, causa dimenticanza del mio orario di inizio, mentre su Londra si scatenava il finimondo...grandine e sole si alternavano biblicamente mentre il vento gelido soffiava via qualsiasi speranza di primavera; dato il mio giusto anticipo mi fermo a parlare con un mio collega in pausa, scopro di aver fatto una pessima figura ad avergli dato del polacco...lui mi dice che è ungherese e che tra i due popoli scorre del sano e competitivo odio...

In cabina la situazione è ottimale, non c'è un emerito cazzo da fare , cosi si cazzeggia, si guarda Step Up 2, un ottimo filmone di merda su sti cazzo di ballerini coglioni ma piuttosto bravi, non mi dice un cazzo però parlando con una collega scopro la filosofia che sta dietro alla street-dance..non la capisco ma continuo invece a guardarle le labbra e tutto sommato la conversazione mi va bene lo stesso...

Il resto non vale la pena di essere raccontato, sommarie amenità di una giornata spesa in proiezione...


...Una cosa sulla quale invece vale spendere due parole è l'ultimo film di G. Romero...signori non mi resta da dire che il maestro indiscusso degli zombie è tornato con uno dei survival-horror più belli della storia...violenza, idiozia, pessimismo, assenza di qualsiasi happy-ending, personaggi divertenti, una storia di zombie finalmente non eccessivamente banale e un modo di raccontarla documentaristico, nulla di originale certo, ma con il tocco del genio di Romero...

...un altro film di cui dovrei parlarvi è Control, il film girato dal mitico fotografo rock Anton Corbijn sulla triste e breve storia di Ian Curtis e dei Joy Division...ma forse è meglio in un altro post, ora devo finire di sistemare alcune cose...che sarebbe anche ora!

Stay Tuned





mercoledì 5 marzo 2008

Last Day

Riscopro la città...dopo tanto tempo una giornata turistica come non se ne facevano da un pezzo, il motivo c'era tutto, l'ultimo giorno londinese di Alberto, dopo tanti anni di militanza nella City è giunto anche per lui il fatidico momento del'ultimo giorno, forse a malincuore, forse con tanti dubbi e tanta nostalgia come ogni giusto addio deve portarsi dietro...

Quindi un giro per la Londra, una telecamera e il passaggio in tutti quei posti che hanno significato qualcosa, tutti quei posti che oggi, rischiarati dalla luce del sole, non sembravano nemmeno gli stessi che la notte usa dipingere su tele argentate rischiarate dalla luce lunare...

Quindi la Wembley Arena e il freddo delle mattine del nord-ovest, Buckingham Palace ma senza fottuto cambio della guardia, Westminster e i militanti anti-tutto accampati di fuori, il Westminster Bridge di Wordsworth, poi Convent Garden e un ultimo saluto alla Perla, bangers & mash al pub canadese col simpatico cameriere di Vancouver, due cazzate, tanti ricordi e soprattutto onesta filosofia...di quella che ormai scarseggia, di quella che se ne dovrebbe fare di più...

Una giornata passata in giusta compagna a girovagare per London e filosofeggiare come due fottuti poeti Sturm Und Drang, oppiomani e dediti al culto dell'inseparabile binomio amore-morte non ha realmente prezzo...

Un dedito saluto brother, grazie per tutto, keep the flame alive!


SONNET UPON WESTMINSTER BRIDGE
by W. Wordsworth

Earth has not anything to show more fair
Dull would he be of soul who could pass by
A sight so touching in its majesty
This City now doth like a garment wear

The beauty of the morning: silent, bare,
Ships, towers, domes, theatres, and temples lie
Open unto the fields, and to the sky,
All bright and glittering in the smokeless air.

Never did sun more beautifully steep
In his first splendour valley, rock, or hill;
Ne'er saw I, never felt, a calm so deep!

The river glideth at his own sweet will:
Dear God! the very houses seem asleep;
And all that mighty heart is lying still!