mercoledì 6 agosto 2008

The projectionist

Forse aveva ragione "qualcuno" a dire che non sarei mai stato un buon lavoratore dipendente...
I motivi sono tanti, la maggior parte li avrò già dimenticati, le cause che mi portano a pensare questo sono le lettere di ammonimento (warnings) che di tanto in tanto mi piovono addosso senza che io possa fare ricorso alcuno a qualche tribunale maggiore per la tutela del lavoratore...

Già all'Ariston di Treville ne avevo prese due in 3 anni di onorata carriera: la prima, dopo soli 3 mesi, per uso criminoso e illecito della struttura dopo l'orario di lavoro in occasione della festa abusiva per l'ultimo dell'anno, la seconda, invece, mi arrivò per i continui e ripetitivi ritardi sul posto di lavoro che sarebbero la causa di un abbassamento del morale lavorativo comune...

Cambia ambiente, ma non la storia, mi arriverà in questi giorni il primo "anatema" dal popolo inglese per falsa partenza di un film al posto di un altro...
In sede processuale i giudici (managers) non hanno accettato la mia giustificazione del "stavo pensando ai cazzi miei", in quanto non è permesso dalla compagnia pensare ai cazzi propri nello svolgimento delle oneste mansioni e fare partire film sbagliati a causa di questa "misconduct".
Il risultato più interessante di questo caso è che sembra avermi fatto guadagnare attenzioni dal mondo impiegatizio femminile di Acton, che deve avere apprezzato la mia ribellione alle "policy" della compagnia e il mio modo "scanzonato" di approcciare il lavoro...(o forse il mio non-approccio al lavoro...)

Ma cosa fa di me un pessimo dipendente??
Il fatto che non rispetto gli orari di lavoro? Però è pur vero che tutti fanno caso all'ora in cui inizi ma mai nessuno a quella che finisci...
Il fatto che non indosso l'uniforme? Ma tanto nessuno mi vede e poi non mi piacciono le uniformi, è come annullare l'individualità del singolo e uniformare il volgo in un'unica massa non pensante...
Il fatto che non rispetto l'autorità manageriale? Ma come posso avere rispetto degli "schiavi per scelta"? Assuefatti ad una compagnia che li sfrutta e loro (attenzione perchè qua si raggiunge l'apice) si impegnano a non fare perdere soldi alla compagnia, a qualsiasi costo, anche fottendo i propri dipendenti, perchè poi i migliori si prendono un bella pacca sulla spalla dal megadirettore...
Il fatto che, nonostante la noia e la ripetitività del lavoro, io riesca ancora a pensare ad altro e vagare costantemente con la mia mente? La ritengo una fortuna questa, significa che ancora non sono diventato un coglione come loro...

In conclusione...per quella merda di stipendio che prendo faccio fin troppo e anche troppo bene, come dice il mio collega Ryan: "quando non vige meritocrazia, è giusto lavorare per quello che sei pagato!!!"

Stay tuned folks...

2 commenti:

Paul John Peiv ha detto...

ahah fantastico

.darksideofluis ha detto...

Grande Batta! Parole sante ziopoArco! Il tuo amico Ryan ha ragione da vendere... Chissà il grande Vittorio Sgarbi come avrebbe reagito ad un simile richiamo alla diligenza lavorativa!